Gli Angeli del fango

L’alluvione

di F. Bianchi e T. Merlini 

 

Nel 1966 a Firenze ci fu l’alluvione. Molti ragazzi e ragazze ,chiamati “angeli del fango”, giunsero da tutto il mondo in aiuto dei fiorentini : cittadini e soccorritori iniziarono subito a collaborare.

L’Italia si sentì in debito con loro. C’era bisogno urgente di tutta la collaborazione possibile:donne, uomini e bambini lavorarono insieme sin dalle prime ore. Chi arrivava in città correva a Palazzo Vecchio per capire cosa poteva fare. C’erano 70.000 alluvionati:bisognava reagire immediatamente e concretamente.I fornai lavoravano 24ore su 24 per fornire la distribuzione di pane. Gli “angeli del fango” arrivavano con lo zaino in spalla, parlando molte lingue (inglese,arabo,spagnolo,ecc…).
Oltre 60.000 soldati accorsero in aiuto. Lavoravano in acque sporche e puzzolenti con badili, secchi e scope consegnando latte e acqua e salvando antichissimi documenti. Alla stazione,le carrozze, vennero allestite con dormitori e la mensa fu garantita dal Comune.
Tutti si davano una mano. Le prime foto degli angeli del fango fecero il giro di tutto il mondo.

ALCUNE TESTIMONIANZE

Riccardo Conti
Avevo 15 anni quando fui mandato a lavorare alla Bibliotaca Nazionale per recuperare i libri alluvionati.Ricordo i fischi di quando entrò il presidente della Repubblica, e il direttore della Biblioteca gli disse:”Presidente,lasciaci lavorare”.

Domenico Giampietro
Ero un soldato,stavo facendo servizio al reggimento di Scandicci “Lupi di Toscana”. Con camion scoperti o cingolati siamo partiti verso la Biblioteca Nazionale. I viveri erano pochi:gallette,tonno con piselli ed una borraccia d’ acqua. Sono fiero di aver dato un contributo a Firenze.