I ponti durante la II guerra mondiale

I ponti di Firenze durante la Resistenza

di F. Bracci e G. Cellerini

 

L’ultima fase della guerra partigiana vede schierate di qua d’Arno le agguerrite formazioni della “GOERING” e dall’altra le deboli unità partigiane.

I partigiani avendo come alleati gli americani, misero in fuga le ultime pattuglie tedesche che si ritirarono facendo saltare i ponti. I partigiani per difendere i ponti tentarono diverse azioni:

– Al ponte della Vittoria provarono a tagliare i fili che univano le linee alla stazione di brillamento (termine tecnico per indicare “luogo di esplosione delle bombe”). Avvistati però dal nemico furono costretti a ritirarsi.
– Al ponte alla Carraia una compagnia di patrioti cercò di impedirne la distruzione, ma i tedeschi lo difesero.

Nella zona compresa tra il ponte alla Vittoria e piazzale Poggi i tedeschi riuscirono ad individuare i partigiani e li catturarono.
Nella zona di Grassina i partigiani asportarono la stazione di brillamento del ponte sull’Ema.

Infine però tutti i ponti di Firenze furono distrutti tranne il PONTE VECCHIO. Questa fu una fortuna perché da Palazzo Vecchio parte il Corridoio Vasariano che arriva fino a Palazzo Pitti collegando così le due sponde dell’Arno, l’unico passaggio che non fu scoperto dai tedeschi.

 

 

Esplosione del Ponte Santa Trinita durante la Seconda Guerra Mondiale (immagine tratta da http://www.bdp.it sito della banca dati per la didattica dell’INDIRE).