Gli Artigianelli raccontano la loro esperienza, ispirare l’anno per iniziarlo.
Abbiamo proposto ai ragazzi delle terze un’uscita particolare nella quale hanno avuto la possibilità di spiegare, mettere in gioco e vedere quello che già conoscevano in un ambiente diverso dai banchi di scuola: il museo.
Questi i pensieri fissati dopo le visite, buona lettura.
“Noi alunni di 3°A, insieme al prof. Pecci e al prof. Pampaloni, abbiamo visitato la Specola, primo Museo di Storia Naturale. Appena entrati ci siamo diretti nel giardino, dove il prof Pecci ci ha un po’ introdotto la visita che saremmo andati a fare.
La prima sala che abbiamo visitato era quella dedicata alle spugne, dove il professore ci ha fatto delle domande riguardanti ciò che (in teoria!) sapevamo già. La seconda sala era dedicata agli insetti, in particolare si vedevano tante specie di farfalle, che ci hanno colpito molto per le loro ali, costituite da microscopiche scagliette. La cosa che ti faceva entrare nel “mood” degli insetti era il loro suono registrato, che si diffondeva nella stanza. Successivamente siamo andati nelle sale con gli animali imbalsamati, che variavano dagli uccelli agli orsi.
Ci sono piaciute molte cose particolari, come l’ambra grigia, ovvero una secrezione di capodoglio solidificata, o la differenza tra le uova di coccodrillo e di gallina. Anche la velocità delle ali del colibrì, insieme all’enormità del tricheco, alla bellezza ma pure pericolosità del riccio e particolarità di animali ormai estinti, ci hanno affascinato: chi di voi sa ad esempio cos’è, o meglio, cos’era un tilacino?
Alla fine della visita il professore ci ha portato nella Tribuna di Galileo: una cupola dedicata a Galileo Galilei, tutta affrescata con la storia della sua vita, con una sua statua al centro per evidenziare il ruolo che questo grande italiano ha avuto nella formazione del metodo scientifico.”
“Noi della 3°B abbiamo visitato il museo il 19 ottobre. La visita è “iniziata” a scuola: il prof. Pecci ha parlato della storia della Specola e ci ha fatto vedere un video di un ippopotamo che usciva dall’acqua e, subito dopo, (in un modo bizzarro) defecava spargendo con la coda gli escrementi in giro. Noi siamo rimasti in un misto tra il divertito e lo stupito; dopo averci ragionato abbiamo capito che si trattava di un comportamento territoriale.
Il prof. ci ha quindi spiegato che era questo lo scopo originario de la Specola: il granduca Pietro Leopoldo aprì il museo per stupire e divertire i suoi ospiti con reperti rari e curiosi provenienti da tutto il mondo creando una wunderkammer, ovvero una camera delle meraviglie. In questo modo poteva mostrare non solo la sua ricchezza e il suo potere, ma anche un sapere e una cultura di livello superiore. Successivamente siamo andati al museo. Abbiamo visto quasi tutte le sale, in alcune ci siamo solo passati, in altre ci siamo fermati e parlato degli elementi presenti.
Ci sono state spiegate diverse storie e curiosità, come quella sull’estinzione del rinoceronte bianco settentrionale dell’Africa. La cosa più divertente che ci è stata raccontata è sicuramente stata sull’ippopotamo dei Medici. In pratica è un ippopotamo donato al granduca e vissuto nel giardino di Boboli nel ‘700. Quando morì fu imbalsamato, ma il tassidermista, che non doveva saperne molto dell’ippopotamo, lo imbalsamò appoggiato sulla pianta dei piedi. In realtà gli ippopotami sono unguligradi, cioè camminano appoggiandosi sulle unghie. Ci ha fatto morire dal ridere! Inoltre il prof. Pecci ci ha raccontato diverse storie e leggende sugli animali che vedevamo via via, tutte bellissime. Ci siamo molto divertiti e ne è proprio valsa la pena.”