“Educare alla carità per educare alla speranza”
Questo tempo che ha aumentato il senso di precarietà e la paura verso la realtà, ha anche alimentato – in molti – il desiderio di cercare cosa può davvero sostenere il nostro vivere.
Educare alla carità verso chi ha meno, educa la speranza verso la realtà, anche quando questa si presenta – come in questo tempo – con la faccia cattiva di un virus.
E questo non accade in forza di un discorso, ma solo vedendolo in atto, nell’esperienza di persone in cui la speranza vince la paura.
Quest’anno, per le limitazioni imposte dalla pandemia, non abbiamo potuto partecipare alla Giornata della Colletta Alimentare, nella forma consueta e cioè prestando il nostro tempo al punto vendita Esselunga del Galluzzo. Ma negli alunni che l’anno scorso, liberamente, si erano coinvolti, stimolati dal motto che quest’anno l’ha accompagnata e cioè “Cambia la forma ma non la sostanza”, questo non ha limitato il loro desiderio di fare la Colletta Alimentare e così, nel dialogo con gli adulti con cui lo scorso anno avevano partecipato, hanno proposto di farla a scuola, coinvolgendo in questo tutte le classi. È nata così una forma nuova: dalla prima settimana di Dicembre, fino al termine di Gennaio, ognuno liberamente ha portato a scuola – insieme al proprio zaino con i libri ed il necessario – gli alimenti che il Banco Alimentare della Toscana, interpellato sul gesto, ci ha indicato e suggerito; una grande scatola posizionata nel corridoio della scuola si è così, via via, riempita di generi alimentari.
Lo scorso mese gli alunni hanno provveduto a sistemare i generi alimentari, dopo averli inventariati e pesati, all’interno di scatole più piccole, divise per generi (pasta, salse/sughi, legumi, riso, biscotti, alimenti per l’infanzia, olio, confetture, sott’olio, caffè e zucchero…). In tutto 87 Kg.
Per raccontare questa esperienza usiamo qualche immagine in cui si vede quale bellezza è nata dal “contagiarsi” con la generosità. Le accompagniamo alle parole di Julian Carron, scritte per il Corriere della Sera del 1 Marzo 2020, che descrivono perfettamente esperienza che abbiamo vissuto:
«Solo quando domina una speranza fondata siamo in grado di affrontare le circostanze senza fuggire, di spalancare veramente la ragione, per poter stabilire un rapporto razionale ed equilibrato con il pericolo e il rischio e anche usare la paura (nel suo senso più immediato e comprensibile) come strumento di lavoro. Altrimenti finiremo o per reagire convulsamente o per guardare tutto attraverso il buco della serratura della nostra misura razionalista, che alla fine è assolutamente incapace di liberarci dalla paura e di far ripartire la vita. Forse, allora, nessun compito è più decisivo che intercettare quelle presenze in cui si vede in atto una esperienza di vittoria sulla paura. Insieme a loro, lì dove le troviamo, si potrà più facilmente ripartire, risvegliandoci dall’incubo in cui siamo precipitati, ricostruendo pezzo dopo pezzo un tessuto sociale dove il sospetto e il timore del contatto con l’altro non siano l’ultima parola. Perfino l’economia potrà così riprendere il suo respiro. Che occasione può diventare il momento che stiamo vivendo! Una occasione da non perdere.»
Per aiutarci ad accorgerci e farci educare da ciò che accade, Sabato 6 Marzo, alle ore 11 su zoom, incontreremo Leonardo Berni (presidente del Banco Alimentare Toscana ODV) col quale dialogheremo del tema e conosceremo il Banco Alimentare.